I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli “arresti domiciliari” emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, Dott. Domenico TRUPPA, nei confronti di un delinquente seriale, C.L. classe 1946 e residente ad Argenta (FE), e del suo sodale, E.N. classe 1960 e residente a Bentivoglio (BO), ritenuti responsabili dei reati di cui all’art. 612 bis C.P. (Atti persecutori) e 336 C.P. (Violenza e minaccia a pubblico ufficiale) compiuti nei confronti dell’amministratore giudiziario dei beni che gli erano stati sequestrati nel corso di precedenti attività investigative.
L’operazione rappresenta, infatti, l’ulteriore sviluppo di una vicenda giudiziaria che – nel mese di luglio dello scorso anno – aveva visto applicare nei confronti del menzionato C.L, – un pluripregiudicato per la commissione di diversi reati contro il patrimonio e gravato da oltre 90 condanne definitive – una misura di prevenzione patrimoniali a norma del cd. “Codice Antimafia”, che aveva portato alla confisca beni immobili e società per un valore complessivo di circa 3,6 milioni di euro, in quanto ritenuto soggetto socialmente pericoloso.
Gli approfondimenti investigativi avevano in seguito permesso di appurare come lo stesso, in concomitanza con il procedimento applicativo delle misure di prevenzione, avesse attribuito fittiziamente a terzi (la figlia ed altri soggetti prestanome, fra i quali l’E.N.) somme di denaro ed una società, al fine di scongiurarne l’apprensione da parte dello Stato, in violazione dell’art. 512 bis del Codice Penale che punisce il c.d. “trasferimento fraudolento di valori”.
Di conseguenza, lo scorso mese di luglio, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Flavio Lazzarini, avevano eseguito un ulteriore provvedimento di sequestro preventivo di un’azienda agricola con sede in Argenta (FE), unitamente a tutto il patrimonio aziendale, tra cui autovetture, alcune centinaia di capi di bestiame e le attrezzature agricole, del valore complessivo di circa 1 milione di euro.
Per la gestione di questi beni veniva nominato un amministratore giudiziario il cui lavoro è stato da subito sistematicamente ostacolato dai due pregiudicati i quali hanno altresì rivolto gravissime ed inquietanti minacce e posto in essere atti intimidatori nei confronti dello stesso al fine di impedirgli di portare avanti le proprie attività istituzionali e provvedere alla gestione dell’azienda agricola nel pieno rispetto della legalità.
Queste condotte sono state poste all’attenzione del GIP che, ritenendo che nei confronti del professionista fosse in corso “una vera e propria persecuzione”, ha disposto l’applicazione di un provvedimento restrittivo nei confronti dei due indagati al fine di impedire che gli stessi “proseguano nella commissione di altre gravi condotte delittuose della stessa specie… se non più gravi”.
Per le stesse ragioni, contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, si è proceduto al sequestro di due armi da fuoco ed oltre 100 munizioni, legittimamente detenute dall’E.N.
L’attività svolta testimonia l’impegno del Corpo della Guardia di Finanza nel contrasto alla criminalità, perpetrato attraverso il sequestro di tutte quelle manifestazioni economiche che scaturiscono da condotte illecite connesse alla commissione di reati finanziari di particolare spessore.