Strade, scuole, impianti sportivi, spazi di aggregazione socio-culturale. La Regione interviene, con un provvedimento inedito, a sostegno dei Comuni – quelli con meno di 50 mila abitanti – per fornire un aiuto concreto ai bisogni delle comunità dell’Emilia-Romagna. A disposizione 2,5 milioni di euro per contributi regionali fino a 100 mila euro per ciascun progetto presentato e definito direttamente dal singolo Comune, questo il primo elemento di novità, con cui la Giunta regionale andrà poi a negoziare l’intervento appena formata la lista complessiva delle richieste.
Tempi rapidi, quindi, per rispondere subito ai territori con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, in modo particolare nelle realtà che hanno meno opportunità di investimenti e in un contesto generale di continua trasformazione sociale, industriale e di mercato.
Rapidità anche per il bando: aprirà mercoledì 17 luglio e si chiuderà il prossimo 31 agosto.
Tra i criteri, ulteriore elemento di novità, le premialità previste per i progetti presentati dai Comuni che si sono fusi e da quelli delle aree montane o interne (tre in Appennino e una nel ferrarese), oltre a quelli che possono dimostrare copertura finanziaria e progettazione preliminare entro il 30 settembre di quest’anno, con un cronoprogramma dei lavori a termine entro il 2021.
Il nuovo intervento della Regione è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa dal sottosegretario alla Presidenza, Giammaria Manghi.
“Coesione e comunità sono le parole chiave di questo bando- sottolinea Manghi-, dal quale ci aspettiamo l’avvio entro l’anno di circa 30-40 nuovi cantieri. Vogliamo incentivare la capacità di programmazione dei Comuni e delle loro Unioni perché possano realizzare in tempi rapidi opere a servizio dei cittadini. Un aiuto strategico viste anche le perduranti difficoltà di investimento dei Comuni dovute ai minori trasferimenti e, in particolare, una risposta agli ultimi tagli del Governo sui fondi per le Unioni. Con questo bando, per certi aspetti inedito- chiude Manghi-, lasciamo i Comuni liberi di decidere dove intervenire per rispondere meglio alle esigenze effettive delle persone che vivono e lavorano in quei territori con un’operazione concreta e pratica di buona amministrazione”.
Il bando
Il bando – nella cornice della legge regionale numero 5 del 20 aprile 2018 che si propone di integrare i livelli di governo per lo sviluppo dei territori regionali – sarà pubblicato da mercoledì 17 luglio e resterà aperto fino al 31 agosto. I Comuni, con meno di 50 mila abitanti, e le loro Unioni, potranno presentare progetti, cofinanziati dalla Regione fino a un importo di 100 mila euro ognuno (pari all’80% massimo), purché i cantieri partano entro l’anno e si concludano, indicativamente, entro un triennio. Il fine è rafforzare le comunità, rendere questi investimenti funzionali a una rinnovata coesione sociale nelle piccole realtà.
Le domande presentate formeranno una lista di progetti: da questa, Giunta regionale e Comuni le esigenze locali in base ai criteri previsti dal bando.
Come detto, saranno premiati i progetti dei Comuni fusi; quelli delle aree montane o interne; in grado di dimostrare copertura finanziaria, che abbiano iscritto l’intervento nell’elenco annuale delle opere e che abbiano la disponibilità del progetto definitivo da approvare o possano approvare il progetto preliminare entro il 30 settembre 2019. Inoltre, saranno premiati progetti con un cronoprogramma di spesa articolato in un 20% nel 2019, 40% nel 2020, 40% nel 2021 e che presentino l’istanza sostenuta da parte della propria Unione.
Costituiranno elemento premiante anche gli interventi a vantaggio dell’intero ambito territoriale, che possano motivare una particolare qualità di progetto e vantare una elevata rapidità di esecuzione e un elevato grado di eseguibilità dell’intervento.
L’obiettivo è quello di integrare le politiche e sfruttare le opportunità offerte dalle sinergie fra pubbliche amministrazioni, dalle complementarietà e dalle specializzazioni del territorio, in linea con le indicazioni del Patto per il lavoro.
Fonte: Regione Emilia Romagna