Bologna, 3 luglio 2019 – L’incredibile vicenda che sta venendo a galla in questi giorni a Bologna, avvenuta tre anni fa, è la conferma delle brutalità che a volte possono subire dei minori, proprio da parte di chi li dovrebbe tutelare, cioè le istituzioni.
Hanno dell’incredibile infatti i soprusi che il piccolo Giorgio (nome di fantasia) è costretto a subire nonostante la sua tenera età, dopo le decisioni di assistenti sociali e Tribunale dei Minori.
Fino a pochi mesi di vita Giorgio viveva felice insieme alla mamma, i nonni e la zia mentre il padre viveva per conto suo e rifiutava il mantenimento del piccolo, a cui provvedeva la famiglia materna.
Una bruttissima notte di dicembre, i Carabinieri suonavano alla porta della famigliola con la devastante notizia del disastroso incidente in cui la mamma di Giorgio aveva perso la vita.
Appreso che il figlio di cui rifiutava il mantenimento era divenuto destinatario di un ingente risarcimento assicurativo, il padre si presentava ai nonni reclamando la consegna del piccolo.
Gli assistenti sociali che in precedenza lo avevano definito inaffidabile, mutavano immediatamente atteggiamento e tramite relazioni dal contenuto discutibile, descrivevano il padre in modo positivo, avviando contemporaneamente una campagna diffamatoria nei confronti della famiglia materna.
Come sempre succede in questi casi, il Tribunale Minorile, senza alcuna doverosa verifica, stabiliva che il minore doveva stare con il padre ed il 28 luglio 2016 il decreto veniva eseguito dalle sgignazzanti assistenti sociali che impedivano al minore di rientrare a casa sua,privandolo dei nonni, figure che le stesse assistenti sociali avevano definito, in tempi non sospetti,”quelle più significative per il minore”.
Nessuna pietà per la disperazione di Giorgio che, appena perso la mamma, si vedeva privato anche dell’affetto dei suoi cari, del suo cane, dei suoi amici, delle sue insegnanti e di tutte le persone appartenenti al ramo parentale materno che erano ormai la sua famiglia e la sua sicurezza.
Il piccolo Giorgio non poteva nemmeno più recuperare i suoi indumenti, i suoi giocattoli, il suo materiale didattico, ed è stato costretto a rinunciare per sempre ai suoi affetti, alle sue abitudini e alle sue sicurezze, ancora precarie dopo la disgrazia subita.
La cosa assurda è che tutto questo è accaduto ‘nel supremo interesse del minore’, cosa che noi nonni sappiamo non essere così, perché siamo la sua famiglia, lo abbiamo cresciuto quando il papà non lo voleva e sappiamo bene di cosa Giorgio ha bisogno, e cioè una famiglia che gli dia affetto, e non un papà interessato all’eredità
dicono i nonni disperati.
Per questo facciamo appello ai media, alle tante trasmissioni televisive che prendono a cuore le vittime delle ingiustizie e alle istituzioni, affinché diano di nuovo una famiglia a Giorgio, e ridiano di nuovo gli affetti e la serenità di cui ha bisogno un bimbo della sua età
concludono i nonni.